Cara Rossella:

Ora posso risponderti con tranquillità, non ho potuto farlo prima a causa della malattia che abbiamo avuto in casa.

Riguardo la mia famiglia, grazie a Dio stiamo meglio. Le mie malattie sono peggiorate leggermente, però sto riprendendo il controllo poco a poco.

Rispetto alla pandemia, abbiamo sofferto molto a causa dell’insicurezza, e abbiamo vissuto il dolore di famiglie che non avevano neanche da mangiare, e di quelle che non hanno potuto lavorare a causa delle chiusure (non potevano uscire in strada a vendere), non potevano tornare alle loro case o alle loro comunità. Una situazione molto difficile e di estrema povertà, soffocati dalla paura di essere contagiati, il non avere denaro per le medicine, le persone che morivano e tutto che collassava. Una realtà molto dura.

I commercianti hanno alzato il prezzo del 300%, i medicinali uguale, non c’era controllo, l’unica libertà che avevamo era di non uscire di casa.

Ci davano orari stabiliti per effettuare compere o acquistare medicinali la mattina.

Le famiglie dei bambini approfittavano di questi spazi per andare all’Hogar per chiedere aiuto, venivano a casa per lo stesso motivo, non gli importava contagiarsi, gli importava avere da mangiare.

Per quanto riguarda l’Hogar, nel mese di gennaio non si è prestata attenzione alla terapia, però ci si è occupati delle coordinazioni e dei bisogni medici dei bambini che erano in attesa. Alcuni sono tornati da Lima, altri hanno effettuato dei controlli a Lima e Tarapoto. La unica rimasta a Lima è stata Mayra, che attualmente è sotto terapia, poiché è stata operata appena terminato il lockdown.

Nel mese di marzo abbiamo continuato con le terapie e altre attività, seguendo la pianificazione programmata, e il giorno dell’inizio scolastico il governo ha imposto la chiusura totale. Nell’Hogar si è paralizzato tutto, lasciando tre persone: la fisioterapista, un’assistente e Brandon, che rimarrebbe a studiare a Yurimaguas.

Inizialmente il governo ci disse per quindici giorni, poi fu esteso mese dopo mese con più restrizioni. A Yurimaguas abbiamo avuto dei mesi davvero difficili, tutto è collassato, come dicevo prima, i nostri fratelli non avevano di che mangiare, e tantomeno per pagare le medicine. Grazie all’unione di differenti parrocchie, missioni e persone particolari, abbiamo potuto aiutare molte famiglie, però è stato solo per un momento concreto… grazie all’aiuto che ci date per continuare nel nostro supporto.

Nei mesi di aprile e maggio abbiamo appoggiato quattro famiglie che erano andate a Lima e lì erano rimaste confinate, senza avere nulla per sostentarsi. Alcuni di loro non furono ricevuti, nonostante avessero appuntamento negli ospedali, dato lo stato di emergenza. Abbiamo potuto aiutarli inviando loro denaro per gli alimenti e le medicine per le malattie che avevano, anche per il COVID in alcuni casi, e per far sì che potessero tornare.

Coloro i quali non sono stati ricevuti o a cui hanno dato appuntamenti posticipati di mesi, a causa della pandemia, ci hanno chiesto aiuto per tornare. Era molto difficile perché non potevano spostarsi da una provincia all’altra e hanno quindi dovuto resistere in qualche modo a Lima, potevamo aiutarli solo per gli alimenti… alla fine, sono riusciti a tornare.

Abbiamo dovuto riprogrammare tutte le attività, e accompagnare via telefono, e in presenza con permesso delle autorità, secondo gli orari che ci erano concessi o attraverso altre persone e istituzioni della chiesa.

Nel mese di giugno, è entrata nell’Hogar una signora uscita di carcere con libertà condizionata e il suo bebè di 6 mesi che è nato lì, con una severa malnutrizione. Dopo poco ho richiesto il test per il COVID per le persone che vivevano nell’Hogar e sono risultate tutte positive, alcune asintomatiche. Abbiamo dovuto chiudere l’Hogar per tre settimane, finchè non ci hanno permesso di tornare.

La fisioterapia è andata avanti in maniera virtuale, entrando nelle case dove c’era un accesso di questo tipo, mentre da casa mia assistevo le famiglie dell’Hogar che chiedevano aiuto.

Finalmente, il primo di luglio tolsero le restrizioni nella nostra regione del Loreto, e dopo aver disinfettato l’Hogar abbiamo ripreso con il programma, rispettando le indicazioni e il protocollo dato dal governo per centri come il nostro.

Una delle prime attività che abbiamo realizzato è stato visitare le famiglie dei bambini dell’Hogar che vivono in zone periferiche di Yurimaguas. È stato molto triste vedere alcuni di loro, che avevano fatto grandi progressi, in uno stato peggiore a causa della cattiva alimentazione e delle malattie riscontrate, per questo il nostro impegno è maggiore. Nonostante molte persone li escludono pensando che non siano produttivi, per noi sono molto importanti perché sono VIVI.

I casi in attesa di assistenza medica a Lima o Tarapoto sono stati sospesi, poiché la regione San Martin che appartiene a Tarapoto, ha collassato e con grandi restrizioni, sicuramente riprenderemo nelle condizioni que lo stato peruviano ce lo permetterà.

È stato difficile affrontarlo ma, nonostante il nostro essere piccoli, grazie agli aiuti che ci hanno portato, abbiamo potuto sostenere e continuiamo a farlo anche in tempo di pandemia. Ci sentiamo accompagnati e con molta voglia di continuare questa opera, nonostante le limitazioni di questa situazione, continuiamo arrivando a le famiglie che necessitano aiuto e vivono vicino l’Hogar, sanno che non li abbandoneremo.

Abbiamo ristrutturato tutto il nostro progetto, rispondendo al nostro obiettivo principale: il sostegno ai bambini con limitazioni fisiche e, come conseguenza, alle loro famiglie, che sono le assi principali per migliorare la salute integrale dei nostri piccoli.

Ora contiamo sull’appoggio di un giovane studente di fisioterapia, così con la fisioterapista aiutano più persone e visitano anche i pazienti che non possono andare all’Hogar.

La verità è che stiamo andando avanti, sempre con la Provvidenza di nostro Signore che si manifesta attraverso voi e le persone che desiderano unirsi alla nostra causa.

Cara Rossella, ti invio un abbraccio pieno di affetto, la mia gratitudine per tutto l’aiuto che ci avete dato e ci date, a volte le quantità non sono così importanti come l’affetto con il quale le inviate, sempre tengo presente il miracolo della moltiplicazione dei pani, questo miracolo si è fatto realtà nell’Hogar, e continueremo così finché Dio vorrà.