Sono trascorse quindici settimane dalla pubblicazione del primo report sull’iniziative “Cuori e mani per l’Ucraina” e purtroppo la pace non è ancora arrivata.

In questo lungo periodo l’attività dell’Associazione a sostegno dei profughi ucraini fuggiti dalla guerra è proseguita, con la determinazione necessaria a mantenere alto l’impegno di tutti i volontari e dei benefattori, in una fase di inevitabile calo dell’attenzione e della mobilitazione che avevano caratterizzato le prime settimane.

Ai primi di maggio il presidente Luca Bondi e la segretaria generale di Semi di Pace, Erika Biagioni, sono volati in Romania, a Brasov, anche per visitare e portare la nostra solidarietà ai profughi ucraini assistiti dai nostri volontari rumeni.

Quella che era stata qualificata come un’emergenza e come tale trattata dalle autorità governative che hanno affidato gli interventi alla Protezione civile, si è dimostrata essere un dramma destinato a durare nel tempo, non molto diverso da quelli che vivono e hanno già vissuto tanti altri popoli massacrati dalle guerre e dispersi anche nei nostri territori. La popolazione ucraina nella provincia di Viterbo – che costituiva già il 3,5% sul totale di 29.769 immigrati presenti al 1° gennaio 2021 (ca. il 9,6% della popolazione) – secondo i dati forniti dalla Prefettura di Viterbo a giugno di quest’anno, ha subito un incremento di 1.144 unità. Di questi 1.144, l’11% viene assistito da Semi di Pace, sia per l’accoglienza abitativa, sia soprattutto per la distribuzione di cibo, vestiario e generi di prima necessità. Alla data del 10 luglio i profughi assistiti nelle nostre due sedi di Tarquinia e di Viterbo erano complessivamente 135, di cui 22 a Viterbo e 113 distribuiti fra Tarquinia, Montalto di Castro e Tuscania. Questo numero appare ormai stabile, infatti, a partire da maggio gli arrivi sono diminuiti – in tutto 10 persone distribuite in tre nuclei ospitati da famiglie accoglienti a Montalto di Castro, Tuscania e Viterbo – ed è iniziato, invece, un movimento di rientro in Ucraina o di emigrazione in altri Stati, quali l’Inghilterra e la Polonia, che ha coinvolto 21 persone appartenenti a 8 nuclei familiari fino ad allora ospitati a Tarquinia, a Montalto di Castro e a Viterbo.

scarica la relazione completa