La parola Pace significa tante cose, ma nel Parco è associata certamente alla sosta, alla quiete, alla serenità spirituale, una condizione effimera che, però, potrebbe divenire duratura, se quella individuale divenisse condizione dell’umanità intera.

Per questo, il nostro Parco si propone al visitatore come un luogo di riflessione e di confronto su temi di stretta attualità, un polo di inclusione sociale, un laboratorio permanente di cittadinanza attiva e di dialogo interculturale.

Si tratta di un progetto work in progress aperto al contributo di quanti vogliono partecipare.

Tre installazioni offrono al visitatore gli spunti per avviare o arricchire la personale ricerca della pace, il “Memoriale della Shoah”, il “Memoriale del Migrante” e il “Muro dei Muri” nei quali si fa memoria delle tragedie che interrogano le coscienze e ci impediscono di sentirci in pace.

Il “Memoriale della Shoah”, realizzato tra il 2016 e il 2017, è costituito da un vagone merci del 1935 corrispondente ai carri ferroviari utilizzati per la deportazione nei Lager nazisti, che si raggiunge attraverso un percorso concentrico di siepi d’alloro, lungo il quale è allestita la mostra permanente “La Shoah in Italia. Persecuzione e deportazioni (1938-1945)”, diretta da Elisa Guida dell’Università degli Studi della Tuscia con la consulenza artistica di Edith Bruck, scrittrice e regista deportata ad Auschwitz nel 1944. Lo sterminio degli ebrei, dei rom e dei sinti, dei “diversi” per condizioni fisiche e identità di genere e degli oppositori politici avvenuta nei Lager del Terzo Reich è il fatto storico imprescindibile da cui partire per una riflessione su quanto è avvenuto dopo e quanto avviene oggi.

La seconda installazione è stata inaugurata il 26 settembre 2021, alla presenza di rappresentanti di tutte le fedi religiose monoteiste, in occasione della 107ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ricordare le 368 persone che persero la vita, causa naufragio, a largo di Lampedusa nel 2016. Il “Memoriale del Migrante” è un’esposizione in ricordo delle vittime della migrazione che ospita un barcone capovolto – sospeso in aria come se galleggiasse nel cielo – con la prua dritta verso l’adiacente “Memoriale della Shoah”.

Queste due esposizioni, in posizione dialogante l’una con l’altra, creano un ponte comunicativo a forte impatto emotivo ed evocativo per il visitatore. Tra queste due installazioni c’è un rapporto? E quale? La risposta è lasciata al visitatore.

Il 17 maggio scorso, infine, abbiamo inaugurato la terza installazione: il “Muro dei Muri”, ideata dai volontari Roberto Antenore, Ernesto Cesarini ed Antonio Paone. È costituita da otto grandi pannelli quadrati che si aprono come finestre nel muro che delimita l’area del Parco verso occidente e guardano idealmente verso il mare da cui giungono in Italia, avamposto dell’Europa, migliaia di migranti.

Sono otto finestre su otto muri, tre del passato e cinque del nostro presente.

I pannelli sono appesi ad un muro antico che delimitava la proprietà agricola che originariamente occupava l’area della Cittadella. Questo muro del XVIII secolo ci suggerisce una chiave di lettura per interpretare gli altri muri: la difesa della proprietà come radice dell’esclusione, dell’emarginazione, della discriminazione, della persecuzione, fino, in casi estremi, all’annientamento dell’altro.  

Per concludere, vorrei indicare ai visitatori una possibile chiave di meditazione e ispirazione davanti al Muro dei Muri, nella lettura dei versi di due grandissimi poeti italiani, Giacomo Leopardi (L’infinito) ed Eugenio Montale (Sul muro grafito)  i quali nel Muro e nella Siepe, che adombrano e limitano il loro sguardo,  intravedono l’infinito e il cui pensiero davanti all’ostacolo si rivolge al Mare visto da entrambi come spazio di quiete e di abbandono, in cui le barche sono ancorate alle banchine pronte a salpare e il naufragare è dolce … La poesia è preghiera laica:

…. che il Mare non sia più Muro e abisso di morte, ma spazio infinito in cui per tutti sia dolce il navigare!  

Sul muro grafito

che adombra i sedili rari

l’arco del cielo appare

finito.

Chi si ricorda più del fuoco ch’arse

impetuoso

nelle vene del mondo; in un riposo

freddo le forme, opache, sono sparse.

Rivedrò domani le banchine

e la muraglia e l’usata strada

nel futuro che s’apre le mattine

sono ancorate come barche in rada.

L’infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Monica Calzolari

Direttrice scientifica del museo all’aperto “Parco della Pace”

Finanziato dalla Fondazione Cariciv nell’ambito del bando 2022, per il progetto “La memoria siamo noi”.

Il Parco della Pace nella Cittadella di Semi di Pace
Il Memoriale della Shoah
Il Memoriale del Migrante

La realizzazione dei supporti per i pannelli del “Muro dei Muri”

L’arch. Ernesto Cesarini, dopo aver scoperto i singoli pannelli, ne illustra i significati e le storie raffigurate nel “Muro dei Muri”, durante l’inaugurazione avvenuta il 17 maggio 2023

Si ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia per aver finanziato il progetto del “Muro dei Muri”