Sabato 26 settembre 2020 presso la Cittadella di Semi di Pace è stato presentato il libro I militari italiani nei lager nazisti. Una resistenza senz’armi di Mario Avagliano e Marco Palmieri (il Mulino 2020).

L’iniziativa è stata promossa dall’ANRP, Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari, in collaborazione con l’Associazione Semi di Pace onlus e con la Sezione ANPI di Tarquinia e con l’adesione dell’I.I. S.S. “Vincenzo Cardarelli” e della Libreria Caffè “La Vita Nova” di Tarquinia.

Tutti i collaboratori e i volontari di Semi di Pace hanno profuso uno sforzo organizzativo straordinario per l’allestimento di uno spazio confortevole in cui l’incontro si è svolto in piena sicurezza, con l’ausilio della CRI e della Protezione civile di Tarquinia.

Nonostante le condizioni metereologiche poco favorevoli, all’invito ha risposto un pubblico numeroso, tra cui vari discendenti di internati militari originari di Tarquinia, Civitavecchia, Viterbo, Roma e Napoli; tra le personalità che hanno voluto onorare l’iniziativa con la propria presenza si annoverano in particolare Lello Dell’Ariccia, presidente dell’Associazione Progetto Memoria e l’ispettore capo Maurizio Paliani, presidente del Consiglio periferico Assoarma e dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato.

La presentazione è stata preceduta dalla visita al Memoriale della Shoah allestito nella Cittadella di Semi di Pace, che è stata brevemente introdotta della dottoressa Elisa Guida (Università della Tuscia), autrice della mostra del Memoriale e del relativo catalogo.

Al termine della visita, il presidente dell’Associazione Semi di Pace, professor Luca Bondi, ha rivolto un saluto al pubblico, spiegando come le presentazioni di libri promosse durante questo mese di settembre siano momenti preziosi di sensibilizzazione e riflessione, connessi strettamente all’attività di aiuto a persone in difficoltà condotta dall’Associazione stessa.

È poi intervenuto il generale Potito Genova, segretario generale dell’ANRP, che ha portato i saluti del presidente professor Enzo Orlanducci e ha illustrato gli scopi e le attività principali  dell’Associazione, tra cui la gestione del Museo “Vite di IMI” e della biblioteca specializzata presso la sede centrale di Roma, la realizzazione dei data base “Albo IMI caduti” e “LeBi – Lessico biografico degli Internati Militari Italiani” consultabili on line, la promozione di pubblicazioni e convegni.

Ha quindi preso la parola Angelo Centini, rappresentante della Sezione dell’ANPI di Tarquinia, il quale, dopo aver portato i saluti del presidente dottor Ugo La Rosa, ha voluto esprimere alcune considerazioni personali sull’importanza della memoria e della sua trasmissione dai padri ai figli che vi possono trovare sostegno e guida per le scelte della propria vita.

È infine intervenuto Lello Dell’Ariccia, presidente dell’associazione Memoria che ha ricordato come, seppure in modo diverso, sia gli ebrei che gli IMI sono stati vittime del totalitarismo e come l’impegno a testimoniare e mantenere viva la memoria di queste dolorose pagine della nostra storia si debba tradurre in impegno contro le guerre, le persecuzioni, gli stermini, lo sfruttamento che ancora nel mondo infieriscono su tante popolazioni, costringendole a migrare in cerca di salvezza.

Dopo questa importante premessa, la dottoressa Monica Calzolari, fiduciaria di ANRP per il territorio della Tuscia e volontaria di Semi di Pace, ha presentato l’autore e i relatori.

Mario Avagliano giornalista e storico autore del volume, Alessia Glielmi, archivista, docente incaricata presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e responsabile del patrimonio archivistico del Museo storico della Liberazione di via Tasso e Matteo Stefanori, storico, autore di pubblicazioni sulla persecuzione degli ebrei tra il 1943 e il 1945 e ricercatore nell’ambito di un progetto dedicato alla memoria dei sopravvissuti alla violenza nazista presso l’Università di Padova.

La presentazione del libro è stata introdotta e accompagnata dalla lettura di alcuni brevi estratti, svolta con coinvolgente partecipazione ed emozione dall’ingegner Giancarlo Andreoli, consigliere e responsabile dell’area della Cittadella di Semi di Pace.

La prima questione affrontata è stata quella del valore del rifiuto da parte dei ca. 650.000 militari italiani disarmati dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943: rifiutò infatti, di aderire al nazismo e alla RSI e scelse la deportazione il 75% dei militari italiani e quel “no di massa” impone di considerare la loro scelta come parte integrante della lotta di resistenza che portò alla sconfitta del nazifascismo.

Attraverso la lettura di un brano dedicato alla “ossessione della fame” che pervade tutte le testimonianze scritte e orali degli internati, si è entrati nel merito del trattamento inumano subito dagli IMI, il cui nome “inventato” dai tedeschi evidenzia la loro particolare condizione, più vicina a quella dei deportati per motivi razziali o politici, che a quella dei prigionieri di guerra.

I maltrattamenti subiti causarono la morte di circa 50.000 IMI tra cui i tarquiniesi Angelino Biagiola, Pietro Campanella, Raffaele Masci, Mario Milioni, Nazzareno Moscetti, Angelo Mosci.

La lettura del brano “Violenza e morte nei Lager” ha suscitato grande commozione. Alessia Glielmi ha dato conto delle metodologie scientifiche e archivistiche messe in atto per arrivare all’identificazione dei morti e dei dispersi, citando in particolare il caso dei morti alle Cave Ardeatine: un’attività che risponde al bisogno di sapere dei famigliari, ma anche al bisogno di pietà e di riconciliazione della comunità nazionale ed europea.

Il brano su “La liberazione” è stato il punto d’arrivo della discussione. I relatori si sono confrontati sul senso del termine ‘liberazione’ nel caso degli IMI, su come dopo la liberazione la loro vicenda sia rimasta nascosta e taciuta, per vergogna e per ragioni politiche, e su come, invece, a partire nel corso degli ultimi dieci anni, grazie all’evoluzione del progetto dell’Europa unita, il tema sia emerso a cura di storici tedeschi e italiani e finalmente oggi il libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri, frutto di ricerche rigorose basate su fonti di prima mano, ma scritto in maniera agile e leggibile come un grande romanzo storico,  permetta al grande pubblico di conoscere e “riconoscere” questa pagina di storia: una pagina importante – ha detto Mario Avagliano – che deve essere fatta conoscere anche ai più giovani come un “seme di pace”.