Ci sono momenti nella storia e nella vita di ognuno di noi in cui il senso di impotenza rischia di prendere il sopravvento. C’è qualcosa che possiamo fare per reagire, per non abbandonarci alla disperazione, per non perdere di vista il senso del nostro stare al mondo?

Domenica 15 dicembre, Arlem Ensemble ci ha suggerito un possibile strumento: la musica. La musica composta, eseguita, ma anche semplicemente ascoltata e goduta, ci ricorda che noi esseri umani abbiamo la possibilità non solo di distruggere, ma anche di creare bellezza, di accedere alla bellezza. E la bellezza non è semplicemente consolatoria, ma è un vero e proprio atto di ribellione contro la parte peggiore di noi, che troppo spesso prende il sopravvento, sia come singoli sia come comunità.

Il concerto “La rivoluzione romantica. La musica che cambia il mondo” ci ha raccontato come, attraverso l’arte, possiamo diventare strumenti di vero cambiamento della realtà. Dall’antichità e fino all’Ottocento, i musicisti, ma gli artisti in generale e con poche eccezioni, erano artigiani “dipendenti” da qualcuno, e quindi al servizio dei potenti di turno. Per un poeta o un pittore, insomma, era normale scrivere o dipingere su commissione. Da Beethoven in poi, e ancora oggi, i musicisti hanno conquistato un ruolo che prima non esisteva. Arlem Ensemble, attraverso la musica e le parole, ci ha mostrato come in un certo momento della storia alcuni esseri umani si sono incaricati di essere lo spirito critico del loro tempo, guardando dentro di sé e intorno a sé per mostrare non solo il bello, ma anche il brutto che ci pervade e ci circonda, perché guardare è il primo passo per cambiare. E prendendo in mano la loro vita hanno insegnato all’umanità che ognuno può fare lo stesso, anche solo ascoltando, commuovendosi, godendo della bellezza che tutti meritiamo.

Germana Giorgerini al flauto, Alessio Fumagalli al violino, Daniel Cicero alla viola e Giovanna Vincentini al pianoforte ci hanno accompagnato in un viaggio che dalla prima opera “romantica” di Beethoven ha attraversato l’Ottocento di Glinka e il Novecento di Bruch e Shostakovich. Accanto a loro, Eleonora Di Fortunato ha raccontato il cambiamento della cultura e della società di cui questi musicisti sono stati artefici e testimoni.

“Le persone hanno il potere di riscattare le azioni dei folli” canta Patty Smith. Ognuno di noi ha il potere di sognare e di rendere reali i sogni, di fermare l’avanzata degli eserciti, di cambiare il mondo.

Eleonora Di Fortunato

L’associazione Semi di Pace ringrazia i componenti del gruppo musicale Arlem Ensemble per la generosa disponibilità e sensibilità, nel sostenere i progetti in ambito umanitario.

Il presidente di Semi di Pace, prof. Luca Bondi
Eleonora Di Fortunato, guida all’ascolto
L’omaggio dell’associazione Semi di Pace