L’entusiasmo e la fede di un gruppo di giovani della parrocchia emiliana di Sant’Andrea di Castelnovo di Sotto, sono stati il motore di un pellegrinaggio in bicicletta fino a Roma. Abbiamo intervistato il signor Ferruccio, che ha viaggiato al seguito dei ragazzi con un mezzo, accompagnandoli in questa esperienza indimenticabile, per farci raccontare le tappe, le emozioni e le riflessioni che hanno scandito il loro cammino.

Buongiorno Ferruccio, puoi parlarci del vostro gruppo e dell’idea che vi ha spinto a intraprendere questo viaggio?

Il nostro è un gruppo di ragazzi universitari, una trentina in tutto, che provengono da Castelnovo di Sotto, in provincia di Reggio Emilia. L’idea iniziale era ambiziosa: partire da casa nostra e raggiungere Roma pedalando.

Come avete intrapreso il vostro cammino?

Abbiamo dovuto affrontare delle oggettive difficoltà, soprattutto legate al maltempo e al passaggio sull’Appennino. A malincuore, il gruppo si è ridotto a dieci persone e abbiamo deciso di spostare la partenza a Livorno, arrivando in treno. Il viaggio è stato guidato, tra gli altri, da Andrea, come guida stradale, da un seminarista e da un diacono.

Qual è stato il percorso che avete seguito?

Le nostre tappe sono state San Vincenzo, Grosseto, Alberese, Tarquinia, La Storta, fino ad arrivare a Roma. Il viaggio è terminato ufficialmente a Tor Vergata.

Durante la tappa a Tarquinia, avete avuto un incontro con Semi di Pace. Potete raccontarci di più su questa esperienza?

Assolutamente sì, è stata un’esperienza davvero unica. Passando a Tarquinia, siamo stati ospiti dell’associazione umanitaria Semi di Pace, presso La Cittadella. Siamo stati accolti dai volontari, che ci hanno illustrato l’operato dell’organizzazione. Ci hanno parlato dei loro numerosi progetti in Italia e nel mondo, focalizzati sulla promozione dei diritti umani e la fraternità tra i popoli. Abbiamo scoperto il grande impegno che c’è dietro ogni iniziativa e l’impatto positivo che hanno sulla vita delle persone. Siamo rimasti tutti profondamente affascinati e ispirati dal loro lavoro e dalla passione che ci hanno trasmesso.

Qual è stato il tema centrale del vostro pellegrinaggio?

Durante il percorso abbiamo riflettuto e meditato sulla chiamata di fede, in particolare su quella di San Pietro, visto che la nostra meta era la sua tomba. Abbiamo cercato di interiorizzare il significato della sua chiamata, chiedendoci come ci saremmo comportati noi, oggi, di fronte alle difficoltà che ha affrontato lui e a quelle che incontriamo nella nostra vita.

Sappiamo che c’è stato un momento speciale. Potete raccontarcelo?

 Sì, è stato un vero e proprio privilegio. Abbiamo avuto la fortuna di fare la nostra ultima riflessione nella Cappella Clementina, all’interno della Basilica di San Pietro stessa. È stato un momento incredibile: tre ore tutte per noi, nella cappella che si trova proprio sopra la tomba del Santo. Ne siamo profondamente grati.

Quali sono le riflessioni che portate a casa dopo questa esperienza?

Ci chiediamo quale sia la nostra ripartenza da Roma. Il pellegrinaggio è stato sulla nostra chiamata, sul “dove andiamo?”. Ci chiediamo quale sia la nostra missione, per la quale “molliamo le barche” e partiamo, perché ci ha chiamato Gesù a Roma, con il Giubileo dei Giovani. Lo scopriremo con il cuore aperto.

Il gruppo di pellegrini di Castelnovo di Sotto accolto dai volontari della Cittadella di Semi di Pace
Alcune foto del pellegrinaggio.
La pineta tra Marina di Grosseto e Alberese