Oggi facciamo memoria anche attraverso la prima iniziativa del 22 settembre scorso
LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO
“Liberi di scegliere se migrare o restare”, questo il tema indicato da Papa Francesco per la 109a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato celebrata domenica 24 settembre 2023, alla quale ha aderito anche la nostra Associazione. In preparazione della giornata, venerdì 22 settembre abbiamo organizzato un incontro con gli studenti delle classi IV dell’istituto Vincenzo Cardarelli di Tarquinia accompagnate dagli insegnanti Ventolini, Ippolito, Riccioni, Ciatti, Catalani e Ronchini. La mattinata è stata aperta dal prof. Luca Bondi, presidente di Semi di pace, con una citazione tratta dal romanzo L’idiota di Fëdor Dostoevskij: «la bellezza salverà il mondo».
Tale bellezza ha subito preso forma davanti agli occhi del giovane pubblico attraverso la toccante testimonianza di Lugi Clemente Cavallo, membro del collettivo che anima il Parco della Pace, che ha sottratto all’oblio del mare alcuni resti del barcone del naufragio di Cutro, in cui a febbraio scorso persero la vita 94 migranti, di cui 35 tra bambini e adolescenti, che non riuscirono a superare l’ultimo centinaio di metri dalla riva tanto erano devastanti le onde. Con l’ausilio delle immagini scattate sulla spiaggia di Steccato di Cutro, Luigi ha reso partecipi i ragazzi della sua profonda emozione e commozione, rivelando in modo tangibile con la voce e lo sguardo cosa sia la bellezza cui allude la frase di Dostoevskij. Alla narrazione di Luigi ha poi fatto eco una lettura presentata da Antonio Paone, anche lui componente della squadra del Parco della Pace e autore di racconti pubblicati per conto e a sostegno del progetto “Bambini Felici” di Semi di Pace. “Storia di un naufragio in terra di Calabria”, che fa parte della recente raccolta intitolata “Storie – Sento ancora le loro voce nelle sere d’estate”, dà voce ad Ahmet coinvolto nel naufragio di una barca con a bordo 51 cittadini curdi, tra cui 6 donne e 4 bambini, avvenuto a Torre Melissa nel mar Jonio, il 10 gennaio del 2019, e conclusosi con il salvataggio di tutti i migranti grazie al coraggio e alla solidarietà dei cittadini del paese calabrese. Quanta bellezza e salvezza!
Monica Calzolari, direttrice scientifica del Parco della Pace, ha quindi introdotto l’incontro con gli studenti dell’Università della Tuscia, con alcune osservazioni preliminari sulle parole-chiave “migrante” e “rifugiato”, poste in relazione al concetto di libertà e alla condizione dell’uomo nel creato dove la migrazione non incontra confini e non necessita di passaporto e risponde naturalmente alle necessità di vita degli animali, come nel caso degli uccelli che popolano le Saline di Tarquinia. La bellezza che ci salva!
Dopo la visione di un breve trailer del discorso di Mamadou Kouassi, ispiratore del film “Il capitano” di Matteo Garrone, vincitore del Leone d’argento a Venezia, la parola è poi passata agli studenti dell’Università della Tuscia, con la quale l’Associazione intrattiene proficui rapporti di collaborazione in diversi ambiti. Marusca Burla, Raul Belùcio ed Elias Ticca, dottorandi del corso giuridico in diritto dei mercati, hanno, rispettivamente, introdotto, moderato e concluso lo spazio dedicato alle testimonianze di Nhial Moses Yien e di Hassan Ghuzala due rifugiati che grazie al progetto UNICORE – University Corridors for Refugees hanno avuto l’opportunità di arrivare in Italia in maniera regolare e sicura per proseguire il proprio percorso formativo, frequentando i corsi in lingua inglese del master internazionale Security and Human Rights. Nei loro interventi Nhial, sud-sudanese e Hassan nigeriano hanno raccontato la propria storia, evidenziando in particolare l’importanza dell’istruzione come strumento di recupero della dignità e dei diritti da parte dei migranti e dei rifugiati e la necessità che venga ampliata l’offerta di percorsi di accesso legale nel nostro paese, per scongiurare le tragedie che si verificano sulle nostre coste. I ragazzi hanno ascoltato con grande attenzione le parole dei due giovani tradotte con grande competenza e partecipazione da Rachele Luzi, volontaria dell’Associazione.
La mattinata è poi proseguita all’esterno, nel Parco della Pace dove erano stati deposti i resti del naufragio di Cutro recupera- e porta- a Tarquinia, che per l’occasione erano stati disposti in modo da formare una freccia diretta verso il nord. Tra i resti oltre ad alcune parti dello scafo vi sono anche uno zainetto nel quale sono state ritrovate tre lire turche e un salvagente.
I ragazzi si sono disposti in cerchio intorno e davanti alla freccia gli artisti VelKa-Sai e Carlo Brignola hanno dato vita a una drammatizzazione con voce e suono di strumenti a percussione e a fiato come le conchiglie e l’Yddaki (didgeridoo) – strumento originario delle popolazioni aborigene dell’Australia settentrionale – evocando i suoni della speranza, della disperazione dei naviganti, del mare e della tempesta.
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