Musica, preghiera, narrazione. Lungo queste tre direttrici si è sviluppata la cerimonia per il riconoscimento di Ecocomunità all’Associazione “Semi di Pace”.
Musiche originali del maestro Michele Mainardi, che hanno introdotto, accompagnato e concluso l’incontro ecumenico.
Narrazione della trasformazione di un’area ridotta a discarica in un giardino, un luogo d’incontro che si è arricchito in questi ultimi tempi con la piantumazione di alberi da frutto nel nuovo spazio arboreo “Laudato si”, accanto all’orto didattico, di un’area adibita a lombricoltura dove rifiuti organici vengono trasformati in fertile humus con un processo naturale, grazie agli umili vermiciattoli che tutti conosciamo, del progetto di apicoltura per la salvaguardia di insetti che garantiscono i ¾ del processo di impollinazione.
Preghiera ecumenica intorno alla Parola di Dio, per chiedere perdono, aiuto e consiglio per riparare i danni che per decenni abbiamo fatto sopportare alla terra che nutre e da vita al genere umano, agli animali e alle piante. Danni che sono stati enumerati con precisione e le cui conseguenze stiamo già pagando.
Dopo il saluto di benvenuto offerto dal presidente di Semi di Pace, prof. Luca Bondi, è seguito l’intervento introduttivo del dott. Simone Dioguardi, segretario generale e delegato per i temi ambientali dell’Associazione, ha fatto seguito la consegna dell’attestato da parte di Maria Elena Lacquaniti, Coordinatrice della Commissione Globalizzazione e Ambiente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, che ha illustrato il complesso percorso che porta all’acquisizione del titolo di ecocomunità e dato lettura del messaggio inviato dal Pastore Italo Benedetti, della Chiesa Evangelica Battista di Civitavecchia, di via dei Bastioni.
L’incontro, arricchito dalla presenza di una delegazione delle Comunità Cristiane Evangeliche presenti nel territorio della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, concluso con la visita agli ambienti della “Cittadella”, è stato quindi più di una semplice celebrazione: è stata l’opportunità di capire quanto possiamo fare, singolarmente e come comunità, per custodire il giardino che il Signore ci ha donato.
Dott. Domenico Barbera






















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